Nuovo colpo di scena nella vicenda di Gianluca Pantaleoni, ex comandante ad interim del distaccamento della Polstrada di Viareggio, aggregato alla sottosezione di Montecatini Terme, ma in forza al Comando di Lucca, e finito in cella a dicembre dello scorso anno, e ancora ai domiciliari con tanto di braccialetto elettronico, in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Pistoia dottor Luca Gaspari su richiesta del Procuratore della Repubblica di Pistoia dottor Giuseppe Grieco e del Sostituto Procuratore dottor Leonardo De Gaudio. Il poliziotto sindacalista ha infatti revocato il mandato agli avvocati Antonio Olmi e Massimo Palena del Foro di Firenze, che lo stesso aveva nominato mesi addietro dopo la revoca agli avvocati Cristiano Baroni e Riccardo Carloni del Foro di Lucca, e ha nominato l’avvocato Giovanni Cantelli, del Foro di Napoli Nord. Un legale, quest’ultimo, noto alle cronache partonepee per numerosi grossi casi, ultimo dei quali la difesa di un poliziotto, Oscar Vesevo della Catturandi di Napoli, ora sotto processo, accusato di aver fatto sparire la pen drive del boss Michele Zagaria dal covo nel quale il capoclan dei “Casalesi” fu individuato. “Ho accettato la richiesta di difendere Gianluca Pantaleoni – spiega l’avvocato Cantelli alla nostra redazione – in quanto sono certo della innocenza totale del mio cliente. Devo ancora finire di studiare tutte le carte – il fascicolo di indagine condotto dalla Squadra Mobile di Pistoia con a capo il dottor Antonio Fusco conta circa 6mila pagine – ma da un primo esame le prove, anche per quanto riguarda le intercettazioni sia telefoniche che ambientali, non sono cosi solide e, quindi, facilmente smontabili”. Circonvenzione di incapace, riciclaggio, truffa e certificazioni false, corruzione per asservimento della funzione, traffico di influenze illecite, riciclaggio e autoriciclaggio e peculato i reati di cui Pantaleoni è accusato e dai dovrà difendersi al processo che inizierà a novembre prossimo dinanzi al tribunale di Pistoia, avendo il Gup – il mese scorso – respinto l’istanza presentata dai precedenti legali di spostare il processo a Lucca per incompatibilità territoriale. “Ripresenterò la richiesta in aula alla prima udienza – precisa l’avvocato Cantelli – tra le eccezioni preliminari”. Come si ricorderà tra le accuse mosse a Pantaleoni c’è anche quella di aver “tradito” i sui colleghi, fornendo, in cambio di favori i numeri delle targhe, i modelli e il colore delle auto civetta della Questura di Pistoia. L’inchiesta, durata oltre 1 anno, era iniziata a seguito di una segnalazione di anomali giri di denaro sui suoi conti correnti: circa 900.000 in tre anni. Il vizio del gioco, una ludopatia compulsiva sarebbe stata alla base della sua continua ricerca di denaro, avuto, secondo l’accusa, anche da malavitosi. Poi anche l’accusa di essersi approfittato di una donna ipovedente, che si è costituita parte civile per il risarcimento dei danni, innamorata di Pantaleoni, che gli avrebbe dato 180mila euro. Pantaleoni, da sempre convinto della sua innocenza, ha scelto il dibattimento, rinunciando a riti alternativi che, in caso di condanna, ridurrebbero le pene di un terzo: “Dimostreremo la sua estraneità ai fatti contestati durante il processo”, precisa l’avvocato sicuro di poter demolire tutte le accuse come un castello di carta.



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ultimo aggiornamento: 17-08-2020


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